Descrizione

L’ Artemide lampada Chimera, disegnata da Vico Magistretti nel 1969, è un oggetto che va oltre la semplice funzione di illuminare uno spazio: è una dichiarazione poetica di forma e luce, un esperimento materico e visivo che segna un punto di svolta nel design italiano del secondo Novecento. In un’epoca in cui la plastica cominciava a essere percepita non più come materiale povero ma come nuova frontiera della creatività industriale, Magistretti sceglie il metacrilato trasparente e opalino come protagonista di un progetto che unisce innovazione tecnologica e sensibilità scultorea. La Chimera non è una lampada che si impone per la sua presenza monumentale, ma per la leggerezza con cui riesce a dominare l’ambiente: una colonna di luce che sembra quasi fluttuare, capace di creare una relazione emotiva con chi la osserva.
Il corpo della lampada è costituito da tre fogli di metacrilato curvati a caldo, che si sovrappongono creando un ritmo ondulato, morbido e continuo. La base, in metallo verniciato, sostiene questa struttura traslucida come se fosse un velo mosso dal vento, una forma che sembra nata dal gesto spontaneo di una mano, ma che in realtà nasconde un preciso equilibrio tecnico e formale. La luce, diffusa dall’interno, si propaga in modo delicato e avvolgente, filtrando attraverso i diversi strati e generando una serie di sfumature e riflessi che cambiano a seconda dell’angolazione e dell’intensità luminosa. L’ Artemide Lampada Chimera è, in questo senso, una lampada viva: non illumina semplicemente, ma trasforma lo spazio, lo plasma con la sua presenza trasparente e la sua energia discreta.
Nel contesto della produzione di Artemide, la Chimera rappresenta un esempio perfetto della filosofia dell’azienda: unire ricerca tecnologica, sperimentazione estetica e una profonda attenzione per il valore umano della luce. Magistretti riesce a sintetizzare questi elementi in un oggetto che appare al tempo stesso razionale e poetico. La trasparenza del materiale, la sinuosità della forma, la purezza del bianco e la continuità delle linee fanno della Chimera un simbolo di eleganza senza tempo, capace di adattarsi a interni moderni o classici con la stessa naturalezza. Non c’è nulla di superfluo nel suo design, eppure ogni dettaglio contribuisce a creare un senso di armonia e leggerezza. È un esempio di come il design possa diventare linguaggio, racconto visivo e sensazione, non solo funzione.
Con la Chimera, Magistretti traduce in oggetto la sua visione del design come equilibrio tra semplicità e sorpresa. L’uso del metacrilato, materiale industriale, assume una dimensione quasi artigianale attraverso il processo di curvatura e assemblaggio. Ogni curva è calcolata ma mai rigida, ogni trasparenza studiata per ottenere un effetto di morbidezza e fluidità. È una lampada che sfida il tempo e la moda, capace di mantenere intatta la sua modernità anche dopo decenni. Nelle sue linee si riconosce la mano di un progettista che non cercava l’effetto spettacolare, ma un rapporto profondo tra forma e luce, tra oggetto e ambiente, tra tecnologia e emozione.
Ancora oggi la Chimera viene considerata una delle creazioni più poetiche di Magistretti e un’icona del design italiano, non solo per la sua bellezza formale ma per la sua capacità di raccontare una visione del mondo: quella di una modernità leggera, trasparente e luminosa. È una lampada che invita alla contemplazione, un segno silenzioso ma potente, che continua a diffondere la sua luce gentile in spazi pubblici e domestici con la stessa grazia del primo giorno. La Chimera non è solo una lampada: è un frammento di storia del design trasformato in presenza quotidiana, un oggetto che, pur rimanendo fedele alla sua funzione, trascende l’uso per diventare pura emozione luminosa.












